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I quattro Evangelisti

CHI È IL VANGELO?

 

 

Non ci chiediamo tanto "cos'è", ma "chi è", poiché la "buona notizia" (vangelo) che risuona nel tempo è Gesù Cristo stesso, che è venuto a di mostrarci l'amore coinvolgente di Dio e a salvarci. Gli scrittori cristiani che raccontano la sua vita e il suo messaggio sono detti 'evangelisti': le versioni del racconto "secondo"

i diversi evangelisti accentuano aspetti diversi, ma tutti concorrono a meglio introdurci nella conoscenza della persona di Gesù e nell'amorevole mistero di Dio.

 

 I Vangeli sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù Cristo. "Vangelo" è una parola d'origine greca, ευαγγέλιον (euanghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente "lieto annunzio", "buona notizia". In senso lato, con "vangeli" si intendono diverse decine di testi che raccontano la vita e la predicazione di Gesù Cristo, alcuni dei quali perduti ( vangeli apocrifi). In senso proprio, si intendono usualmente solo i 4 scritti detti canonici composti in aramaico o direttamente in greco nel I secolo d.C e accettati da tutte le confessioni cristiane.

 

I Vangeli canonici

Le attuali chiese cristiane riconoscono come "canonici", cioè facenti parte della Bibbia (e precisamente del Nuovo Testamento), quattro Vangeli: secondo Matteo, secondo Marco, secondo Luca e secondo Giovanni. I libri canonici sono considerati dai cristiani ispirati da Dio. Questi Vangeli prendono il nome da coloro che, secondo la tradizione, ne furono gli autori:

  • Matteo Levi, uno degli apostoli.
  • Giovanni Marco, aiutante di Paolo e Barnaba e in seguito di Pietro.
  • Luca, discepolo di Paolo.
  • Giovanni, un altro degli apostoli.

Il Canone della Bibbia fu fissato nel corso del IV secolo, ma già il Canone muratoriano del II secolo riporta un canone in gran parte uguale a quello odierno (in particolare i Vangeli sono i 4 canonici). La Chiesa cattolica fissò definitivamente e ufficialmente la lista dei libri dell'Antico e del Nuovo Testamento nel 1546 durante il Concilio di Trento, confermando quello che da lunga data era il canone de facto, per rispondere a Lutero che respingeva l'ammissione al canone di alcuni libri (i cosiddetti deuterocanonici). Questa controversia comunque non riguardò i Vangeli.

I Vangeli che non rientrano nel Canone sono detti apocrifi.

I vangeli apocrifi

In un ampio lasso di tempo che va dal 150 circa al XIV secolo prendono forma altri vangeli, detti oggi apocrifi, i più antichi dei quali sono scritti in greco. Lo scritto più antico è il vangelo di Giacomo, chiamato Protovangelo per la sua primizia cronologica, del quale molti racconti sono stati ripresi nei vangeli apocrifi successivi. Risale circa al 150. La recente ipotesi secondo la quale il vangelo di Pietro sarebbe il più antico testo apocrifo, con una redazione antecedente al 70, non trova largo credito tra gli studiosi. I vangeli apocrifi, pervenutici integralmente, come frammenti o come solo testimonianze indirette sono complessivamente 37.

La maggior parte di tali Vangeli nascono nel contesto di corrente teologiche giudicate eretiche dalla Chiesa cristiana del tempo, soprattutto di stampo gnostico ed ermetico. Per questo, a differenza dei quattro Vangeli canonici, non sono stati riconosciuti come ispirati né dalla Chiesa di allora, né da nessuna delle chiese cristiane di oggi. Il documento ecclesiale più antico che distingue chiaramente i quattro Vangeli canonici dai restanti, detti poi appunto apocrifi, è il canone muratoriano, del 170.

I vangeli apocrifi contengono dei riferimenti alle vicende umane di Gesù che non compaiono negli scritti canonici, mostrano un interesse per i miracoli, per l'infanzia di Gesù, per le vicende degli apostoli non menzionati negli Atti, ma anche per gli aspetti più esoterici e misteriosofici cari alla dottrina gnostico-ermetica.

Diversi sono gli elementi che portano a dubitare della validità storica dei dati in essi contenuti. Principalmente:

  • la propensione dei vangeli apocrifi per un eccessivo miracolismo che appare spesso gratuito, a differenza dei sobri racconti dei Vangeli canonici, e che porta a supporre i racconti apocrifi come frutto di fantasia.
  • la datazione relativamente tarda di alcuni di questi vangeli, che ne rende impossibile la stesura ad opera di testimoni diretti degli eventi narrati, cosa invece tradizionalmente ritenuta possibile per gli autori dei quattro Vangeli canonici, la cui stesura si concluse all'interno del I secolo.

Tale consapevolezza critica è però stata sviluppata solo in epoca recente, vale a dire a partire dal XVIII secolo, parallelamente allo sviluppo del metodo storico-critico in campo biblico. Nei secoli precedenti pertanto, seppure non ne furono accolte le istanze teologiche in essi contenute, i vangeli apocrifi hanno avuto una certa influenza nella tradizione e nell'iconografia: ad esempio la presenza del bue e dell'asinello nella grotta della Natività e il nome dei genitori di Maria (Gioacchino e Anna) ci giungono proprio dal protovangelo di Giacomo. 

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