«L’ideologia gender usa la libertà per distruggere l’uomo. Per affrontarla bisogna vivere secondo coscienza e fare come la Manif»


L’ex femminista convertita Gabriele Kuby, il cui lavoro è apprezzato anche da Benedetto XVI, fa l’esempio della Francia e della Manif pour tous: «I soldi e il potere sono dall’altra parte ma vedo una resistenza».


La sociologa tedesca Gabriele Kuby, ex militante femminista, convertita al cattolicesimo all’età di 53 anni, autrice di diversi volumi, da ultimo La rivoluzione sessuale globale. Distruzione della libertà in nome della libertà, uscito l’anno scorso e tradotto in più di sei lingue, in un’intervista pubblicata l’8 settembre sul Catholic Word Report ha approfondito il tema della sua conversione, la scoperta della verità e dell’ideologia gender come «una rivoluzione globale».

DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA.

«Dopo la mia conversione alla fede cattolica – ha spiegato la sociologa convertita nel 1997 – cominciai a capire che la sessualità era l’aspetto centrale del nostro tempo. Viviamo in un tempo in cui i vincoli sessuali sono completamente ribaltati». Questo rappresenterebbe «un attacco alla dignità dell’essere umano e alla società nel suo complesso, perché una società che si lascia andare in ambito morale, specialmente nell’area della sessualità, piomba nell’anarchia e nel caos, il che può portare a un nuovo regime totalitario». Infatti, aggiunge Kuby, «la distruzione della famiglia sradica ogni essere umano. Diventiamo esseri umani atomizzati, che possono essere manipolati per fare qualsiasi cosa».

IDEOLOGIA GENDER.

La professoressa ha quindi chiarito le basi dell’ideologia gender, teoria secondo la quale una persona può determinare la sua identità, scegliendo se essere uomo o donna a prescindere dal dato naturale. Secondo l’ex libertina, questa è l’espressione della «più profonda ribellione contro la condizione della nostra esistenza umana che si possa immaginare». Una ribellione «che fa leva sul concetto di libertà come libertà di scelta se essere un uomo o una donna» e che finirà per «far ammalare le persone e confonderle», facendo di noi «una massa di consumatori sessualizzati».

IL LINGUAGGIO.

L’arma più potente di questa ideologia per la Kuby è il linguaggio: «Il termine “omofobia” è interessante. Fu creato da uno psicanalista americano di nome Weinberg negli anni Settanta (…), è un termine che afferma che chiunque si oppone all’omosessualità ha una paura ossessiva. Quindi siamo noi ad avere bisogno dello psichiatra! Le cose sono completamente ribaltate». Ecco perché usano il temine “omofobo” se dici «che non vuoi un insegnate transessuale per i tuoi figli».

L’ARMA DELLA COSCIENZA.

Per l’intellettuale c’è un solo modo «per affrontare la situazione: vivere secondo la propria coscienza. Come cristiana io non odio nessuno. Se odiassi mi separerei da Dio», ma per lo stesso motivo «non posso contenermi su ciò che penso», ad esempio «obietto sulle adozioni dei bambini, perché ogni bambino ha il diritto ad avere un padre e una madre». L’ex femminista cita i genitori francesi che di fronte all’imposizione dell’ideologia gender nelle scuole «hanno reagito tenendo i figli a casa da scuola una volta al mese». Chiarendo di non essere «né ottimista né pessimista, ma speriamo realista» e sapendo che «i soldi e il potere stanno dall’altra parte (…) vedo che c’è una resistenza».

ESEMPIO FRANCESE.

Sempre in Francia un milione di persone sono scese in piazza e «anche se il matrimonio omosessuale è passato, molte persone si sono svegliate e il governo del presidente Hollande non sembra molto stabile». Persino in Germania la resistenza cresce «contro il programma di insegnamento per cui ci deve essere un’educazione Lgbttiq (Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender, intersessuali, queer, ndr) nelle scuole dei bambini di tutte le età». Kuby ha fatto riferimento anche alla petizione europea contro la manipolazione dell’embrione “uno di noi” e alla votazione al Parlamento Ue contro il rapporto Estrela per dire che esiste una «resistenza anche a livello dell’Unione Europea». Inoltre, visto che «l’attacco del comunismo alla famiglia non è riuscito a penetrare al fondo quanto la rivoluzione sessuale (…) la mia grande speranza è che i paesi dell’Europa dell’Est possano rappresentare una roccaforte di resistenza all’interno dell’Unione Europea».

LAVAGGIO DELL’ANIMA.

Ma anche se l’azione non avesse successo in termini numerici, per l’ex femminista il problema resta la «verità, ciò che ha alimentato la mia ricerca di anni e che finalmente mi portò alla fede cattolica». Io «volevo solo dire la verità e ora qualcosa sta accadendo». Come «l’incontro con il papa emerito Benedetto XVI che mi ha detto che l’educazione sessuale non è solo un lavaggio del cervello, ma è anche un “lavaggio dell’anima”. Se i bambini sono sessualizzati si distrugge il loro senso di vergogna, il loro rapporto con i genitori, il loro rapporto in generale con l’autorità e quindi si distrugge il loro rapporto con Dio».

Conclude Kuby: soprattutto noi cristiani «siamo chiamati oggi ad avere una grande fede, questo è l’unico modo per superare questo momento. Dobbiamo crescere nel rapporto vivo con Gesù Cristo, Questa fede sarà il vascello che ci permetterà di superare questo momento, ci darà l’energia di lavorare e di accettare i sacrifici, di qualunque tipo siano. Gesù non ci dà illusioni in proposito. Possiamo solo pregare, con la grazia di Dio, di rimanere abbastanza forti».

Benedetta Frigerio

da: Tempi del 16/9/2014