Ludopatia quanto ci costi «Baratro da 46 miliardi»


Quasi due miliardi di euro. Vale a dire un quarto del gettito dell’Imu, o quello che servirebbe quest’anno nelle casse dell’Erario per non dover aumentare l’Iva al 23%. Tanto ci costano i ludopatici cronici in termini di spese socio-sanitarie. E sono briciole rispetto a quello che accadrà in futuro: quando i miliardi di euro da sborsare ogni anno potrebbero essere 46. L’equivalente di una finanziaria e di quasi due spending review. In ogni caso, sei o sette volte tanto quello che lo Stato si mette in tasca grazie all’azzardo (8 miliardi e mezzo nel 2011, un miliardo in meno circa nel 2012). A lanciare l’allarme, documentato dai dati di numerosi studi e ricerche in materia di dipendenza dal gioco d’azzardo, è l’indagine che sarà pubblicata in settimana dall’Italian Health Policy Brief, la rivista di politica economica e sanitaria che promuove studi, ricerche e confronti per una sanità sostenibile.


Autori Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Universitario Gemelli, e Chiara Cadeddu dell’Istituto di Sanità pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Che per arrivare a formulare queste drammatiche previsioni hanno analizzato i costi attuali della ludopatia: ebbene, quest’anno sono stati 120mila i giocatori patologici che si sono rivolti ad asl e ospedali per curare la loro malattia.

Solo per loro, lo Stato ha dovuto sborsare 1,800 di euro tra visite, esami, ricoveri, sostegno da parte di professionisti. Un dato che moltiplicato per i circa 3 milioni di giocatori a rischio potrebbe riservare brutte, bruttissime sorprese in futuro.


Disoccupazione e perdita di produttività, spese giudiziarie, terapie e ricoveri, oltre che sostegno economico ai familiari: sono queste le principali voci di spesa che, anche secondo studi condotti negli Usa e in Europa, generano quei costi dei quali «occorre tenere conto nella definizione delle scelte politiche per gli anni a venire, nei quali l’equilibrio economico dovrà necessariamente essere al centro dell’attenzione del governo», ha sottolineato Walter Ricciardi.


Secondo un rapporto prodotto dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del ministero della Salute è dimostrata una forte comorbilità della ludopatia con altri quadri diagnostici, quali malattia di Parkinson, depressione, ipomania, disturbo bipolare, impulsività, abuso di sostanze e disturbi della personalità: tutti aspetti, questi, che impattano – e ancor più impatteranno in futuro, sostengono gli esperti – sulla crescita dei costi socio-sanitari. Senza contare la voce produttività: se è vero che una giocata alle slot dura in media un minimo di 6 secondi, una al Gratta e vinci 60 e una a Lotto e Superenalotto 240, il tempo sprecato nei 49 miliardi di operazioni di gioco che ogni anno vengono fatte in Italia è pari a quasi 5 miliardi di euro di reddito mancato, in pratica un punto di Pil in meno (per l’esattezza, sono 69 milioni 760 mila le giornate lavorative trascorse a inseguire la fortuna: in totale, fanno 488 milioni e 320mila ore di lavoro bruciate).


«A ciò vanno aggiunte le pesanti implicazioni di natura etica e morale che si affiancano a questo grave fenomeno cui i giovani appaiono essere esposti in misura maggiore rispetto agli adulti», continua Chiara Cadeddu, ricordando come in molti degli ultimi fatti di cronaca nera siano coinvolte persone con dipendenza dal gioco: «È il caso di Luigi Preiti, l’autore della sparatoria davanti a Palazzo Chigi del 28 aprile scorso in cui sono rimasti feriti due carabinieri. Abbiamo scoperto successivamente che l’uomo giocava compulsivamente d’azzardo». Videopoker e slot machine, in particolare

Viviana Daloiso

da: Avvenire del 26/6/2013