Gesù ci dice (Mt. 16:26): «Che giova all’uomo guadagnare tutto il mondo se poi perde l’anima
sua?». L’uomo si agita attorno a tanti affari. Chi cerca il denaro, chi la gloria,
chi il piacere dei sensi. Purtroppo si perde di mira l’affare più importante e
il solo necessario cioè la salvezza dell’anima.
La salvezza dell’anima è un affare irrimediabile! Se
si perde l’onore ci si può riabilitare. Se si perde la salute si potrà
riacquistarla. Se un esame riesce male, ripetendo l’anno o studiando di più, si
può rimediare. Ma se perdiamo l’anima non possiamo più rimediare eternamente!
Ci pensiamo a questo? E se ci abbiamo veramente pensato ci siamo posta la
domanda: Mi salverò o mi dannerò? Sarò un giorno eternamente felice in Paradiso
oppure infelice e straziato dalle pene eterne dell’inferno?
Questo pensiero faceva tremare di spavento i Santi e
noi potremmo vivere tranquilli colla coscienza aggravata da tanti peccati? E se
morissimo all’improvviso dove andremmo?
Orbene Gesù colla sua Grande Promessa viene a
toglierci da questo incubo spaventoso e ci fa sentire questa consolante
promessa: « Tu avrai la grazia della perseveranza finale, la grazia della
penitenza finale, cioè andrai salvo in Paradiso se farai bene la Comunione nei
primi venerdì del mese per nove mesi consecutivi».
Gesù vuole darti la chiave d’oro che un giorno ti
dovrà aprire la porta del Cielo. Sta a te approfittare di questa grazia
veramente straordinaria che ti offre il suo Cuore misericordioso.
Ascolta quello che ti dice Gesù: «Che cosa avrei
dovuto fare di più per la tua salvezza e non l’ho fatto? Mi sono fatto uomo per
te; sono morto inchiodato alla croce per te; ho istituito la Chiesa per
guidarti nella verità e per santificarti; ho impegnato la mia bontà
misericordiosa e la mia onnipotenza per salvarti con
DOMANDA ANGOSCIOSA. L’esperienza insegna
che non v’è persona che cerchi di vivere in conformità della sua fede, la quale
non si fermi angustiata davanti a questa domanda: Mi salverò o mi dannerò?
Turbini di
pensieri le passano allora per la mente conturbata ad accrescere la sua
apprensione: la conoscenza della sua debolezza, la propria incostanza,
l’assalto furibondo delle passioni, tutto coopera a farle nascere un senso di
grande sfiducia fino a gettarla nel più profondo avvilimento.
Ecco allora
venirle incontro l’infinita misericordia del Cuore di Gesù che le sussurra: «
Chi si salva?
Si salva chi
fa una buona morte, cioè chi muore in grazia di Dio. Chi al contrario muore in
peccato mortale si perde per sempre e sarà condannato alle pene eterne
dell’inferno.
Possiamo noi sapere con certezza quale sarà la nostra morte, se buona o
cattiva?
No, non
possiamo saperlo con certezza assoluta, perciò questa incertezza su un punto di
così capitale importanza deve tenerci in una salutare trepidazione riguardo
alla nostra salvezza eterna e spingerci a vivere bene, per sperare di morire
bene.
Però dinnanzi
a questa angosciosa incertezza possiamo aprire il cuore alla più consolante
speranza, anzi alla certezza morale di assicurarci il Paradiso mediante una
buona morte: ed è l’ineffabile bontà del Cuore misericordioso di Gesù che ci ha
voluto concedere questo supremo conforto mediante
LE PROMESSE DEL CUORE DI GESÙ
Gesù fece
molte promesse a S. Margherita Maria Alacoque. Esse
si possono ridurre alle dodici, che si riportano abitualmente:
1 - Io darò loro tutte le
grazie necessarie al loro stato;
2 - Io metterà e conserverò la
pace nelle loro famiglie;
3 - Io li consolerà in tutte le
loro afflizioni;
4 - Io sarò il loro rifugio in
vita e specialmente in punto di morte;
5 - Io spargerà le più
abbondanti benedizioni sopra tutte le loro imprese;
6 - I peccatori troveranno nel mio
Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia;
7 - Le anime tiepide
diventeranno fervorose;
8 - Le anime fervorose
s’innalzeranno rapidamente a grande perfezione;
9 - Io benedirò perfino le case
dove l’immagine del mio Sacro Cuore sarà esposta e venerata;
10- Ai Sacerdoti darò la grazia
di commuovere i cuori più induriti;
11 - Le persone che
propagheranno questa mia devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e
non sarà mai cancellato;
12 - La così detta «Grande
Promessa» di cui ora parleremo.
Che cosa è
È l’ultima
delle dodici promesse, ma la più importante e straordinaria, perché con essa il
Cuore di Gesù assicura l’importantissima grazia della «morte in grazia di Dio»,
quindi la salvezza eterna a chi farà in suo onore la Comunione nel Primo
Venerdì di nove mesi consecutivi. Ecco le precise parole della Grande Promessa:
«IO TI
PROMETTO, NELL’ECCESSO DELLA MISERICORDIA DEL MIO CUORE, CHE IL MIO AMORE
ONNIPOTENTE CONCEDERÀ
Autencità della Grande Promessa
Ai Difensori
della Fede, anche se si fossero dimenticati di quella condanna, non poteva
certamente sfuggire loro che una pratica così ardita sembrava presentarsi in
aperto contrasto con l’assai noto canone del Concilio Tridentino, che dichiara
di fede definita il fatto che nessuno può essere certo della propria salvezza
con una certezza assoluta e infallibile «senza una speciale rivelazione».
Orbene
Questa
promessa, molto più delle altre undici fatte a s. Margherita fu vagliata,
accertata e studiata scrupolosamente dalla Chiesa. sono state esaminate
meticolosamente e, dopo severa deliberazione, approvate dalla Sacra
Congregazione dei Riti, il cui giudizio fu poi confermato dal Sommo Pontefice
Leone XII nel 1827. e da Leone XIII il 21luglio 1899, nella sua Lettera
Apostolica del 28 giugno
Come
potevano, se non avessero avuta la certezza assoluta, le Sacre Congregazioni
competenti approvare la pia pratica dei Nove Primi Venerdì, tanto sconcertante
da annullare finanche una loro decisione (naturalmente non infallibile) del
1753, la quale condannava tutte le pratiche o devozioni alle quali era legata
la promessa della perseveranza o della conversione finale?
Le
rivelazioni in genere e le promesse in particolare fatte a s. Margherita sono
state esaminate meticolosamente e, dopo severa deliberazione, approvate dalla
Sacra Congregazione dei Riti, il cui giudizio fu poi confermato dal Sommo
Pontefice Leone XII nel 1827. Leone XIII, nella sua Lettera Apostolica del 28
giugno
Gli
incoraggiamenti dei Sommi Pontefici per la pia pratica dei Primi Venerdì non si
contano più. Basti ricordare che il Papa Benedetto XV volle dare egli stesso la
più bella e autorevole testimonianza sull’autenticità della Grande Promessa
riportandone testualmente le parole nella Bolla Apostolica con
IO TI PROMETTO NELL’ECCESSO
DELLA MISERICORDIA...
ecc. (Acta Ap. Sedis 2 novembre 1920 - vol. XII - pag. 503).
Per noi il
giudizio della Chiesa, Maestra infallibile di verità, è più che sufficiente
perché ne possiamo parlare liberamente colla più profonda convinzione
dell’animo nostro.
Dotti Teologi
hanno dimostrato con argomenti solidissimi che
Considerando le parole della Grande Promessa, si possono
distinguere tre parti:
a) il preambolo;
b) la promessa;
c) la condizione.
a) Il preambolo.
Il
preambolo o introduzione comprende queste parole: «Io ti prometto nell’eccesso
della misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente...».
Incominciando colle solenni parole «Io ti prometto», Gesù vuole farci
comprendere che trattandosi di una grazia così straordinaria, Egli intende
impegnare la sua parola divina, sulla quale possiamo fare il più sicuro
affidamento, come ci dice in Mt. 24,35: «Il cielo e la terra
passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Aggiunge
poi «nell’eccesso della misericordia del mio Cuore», affinché riflettiamo che
qui si tratta non di una promessa ordinaria, ma di una promessa così
straordinariamente grande, che poteva venire soltanto da un «eccesso di
misericordia veramente infinita», quasi volerci dire: «Anime redente dal mio
Sangue, è così straordinaria la promessa che vi faccio da esaurire quasi con
essa i tesori della mia Misericordia. Sta ora a voi volerne approfittare».
Per
renderci poi assolutamente sicuri che saprà mantenere ad ogni costo quanto
promette, Gesù dice che questa grazia la concederà «l’amore onnipotente del suo
Cuore», quell’amore cioè che tutto può a favore di
chi confida in Lui. E questo significa che tutte le arti del demonio per
strappargli quell’anima, saranno da Lui trionfalmente
sventate, perché disposto a fare un miracolo — se sarà necessario — affinché chi
ha fatto bene i Nove Primi Venerdì abbia ad essere salvo.
a) La Promessa.
Gesù
promette la coincidenza dell’ultimo istante della vita con lo stato di grazia
per cui si è eternamente salvi in Paradiso. Egli spiega la sua promessa con le
parole: «essi non morranno in mia disgrazia, né senza aver ricevuto i Santi
Sacramenti, e in quegli ultimi momenti il mio Cuore sarà loro un asilo sicuro».
Le
parole «né senza aver ricevuto i santi Sacramenti» sono forse una sicurezza
contro la morte improvvisa? Cioè chi avrà fatto bene i nove primi venerdì sarà
certo di non morire senza prima confessarsi, aver ricevuto il santo Viatico e
l’Unione degli infermi?
Importanti
Teologi, commendatori della Grande Promessa, rispondono che questo non è
promesso in forma assoluta, poiché:
1)
chi, al momento della morte, si trova già in grazia di Dio, di per sè non ha bisogno dei Sacramenti per salvarsi eternamente;
2)
chi, invece, negli ultimi momenti della vita, si trova in peccato mortale,
costui ordinariamente, per rimettersi in grazia di Dio, ha bisogno almeno del
Sacramento della Confessione. Però, in caso d’impossibilità a confessarsi;
oppure in caso di morte improvvisa, prima che l’anima si separi dal corpo, Dio
può supplire alla ricezione dei Sacramenti con grazie interiori e ispirazioni
che inducano il moribondo a fare un atto di dolore perfetto, in modo da
ottenere il perdono dei peccati commessi, riavere la grazia santificante e così
salvarsi eternamente. Questo, ben inteso, in caso eccezionale. Quello, invece,
che il Sacro Cuore promette in modo assoluto e senza restrizioni è che nessuno
di coloro che hanno fatto bene i Nove Primi Venerdì morrà in peccato mortale.
Tanto
basta perché il Paradiso si possa dire veramente assicurato, perché — senza
eccezione alcuna — il suo amabile Cuore servirà per tutti di «asilo sicuro in quell’ora estrema».
Meditate
come il Signore, nella sua Sapienza, ne ha pesato i termini, e pensate come
saprà mantenerla Egli che, promettendo, ha impegnato il suo onore, l’onore di
un Dio».
A
chi sembrasse quasi impossibile che con un mezzo così facile si possa ottenere
una grazia così grande, qual è quella della buona morte e della conseguente
salvezza eterna in Paradiso, deve tener conto che tra questo mezzo così facile
e una grazia così grande si frappongono una Misericordia Infinita e un Amore
Onnipotente. Chi può mettere limiti all’infinita Bontà e Misericordia del Cuore
di Gesù e restringere l’entrata in Cielo? Gesù è il Re Universale del Cielo e
della terra. Spetta a Lui solo di conseguenza fissare agli uomini le condizioni
per la conquista del suo Regno: il Paradiso.
b) La condizione
Come dev’essere compiuta la
condizione posta da Gesù riguardo alla Grande Promessa?
Questa condizione dev’essere compiuta fedelmente e quindi:
Le
Comunioni devono essere nove e chi non le avesse fatte tutte e nove non ha
diritto alla Grande Promessa;
Le
Comunioni devono essere fatte nei primi venerdì dei mese. Perciò bisogna fare
attenzione che queste nove Comunioni devono essere fatte assolutamente in nove
venerdì del mese e non ci darebbero diritto alla Grande Promessa se venissero
fatte in un altro giorno della settimana che non fosse il primo venerdì.
Nemmeno il confessore può commutare il giorno, perché la Chiesa non ha concesso
a nessuno questa facoltà. Neppure gli ammalati possono essere dispensati
dall’osservare questa condizione.
Per
nove mesi consecutivi È questa la terza
condizione e vuol dire che le nove Comunioni devono farsi il primo venerdì di
nove mesi consecutivi senza interruzione. Chi dopo aver fatto cinque, sei, otto
Comunioni, la tralasciasse poi un mese, anche involontariamente perché impedito
o perché si è dimenticato, costui non avrebbe fatto per questo alcuna mancanza,
ma sarebbe obbligato a ricominciare la sua pratica daccapo e le Comunioni già
fatte, sebbene tante e meritorie, non potrebbero essere computate nel numero.
Con quali
disposizioni devono essere fatte le nove Comunioni?
Le nove
Comunioni devono essere fatte in grazia di Dio, colla volontà di perseverare
nel bene e colla risoluzione di vivere da buon cristiano. Non si richiede un
fervore speciale che non sarebbe alla portata di tutti. È chiaro che se uno
facesse la Comunione sapendo di essere in peccato mortale, non solo non si
assicurerebbe il Paradiso, ma abusando in modo così indegno della misericordia
divina, si renderebbe meritevole di grandi castighi perché, invece di onorare
il Cuore di Gesù, l’oltraggerebbe orribilmente commettendo un peccato
gravissimo di sacrilegio.
Infatti la
Comunione, fatta con il peccato mortale, non solo non è valida per conseguire
Altra grave
stortura da evitare è quella di andare a Messa il 1° Venerdì del mese e trascurarla la domenica, perché omettendo
volontariamente la Messa domenicale o festiva si commette peccato grave.
Resta perciò
bene inteso che se uno si dispone a fare i nove Primi Venerdì deve essere ben
deciso di lasciare il peccato e vivere da buon cristiano. Guai a chi credesse
di potersi cullare tra il sevizio di Dio e il servizio del demonio poiché Gesù
(Mt 6:24) ha detto che nessuno può servire a due
padroni.
Quale
intenzione bisogna avere nel fare le nove Comunioni?
Nel fare le
nuove Comunioni bisogna avere l’intenzione di farle secondo l’intenzione del
Cuore di Gesù per ottenere il frutto della Grande Promessa, cioè la grazia
della buona morte mediante la perseveranza o la penitenza finale. Questo è
molto importante perché, senza questa intenzione, fatta almeno
nell’incominciare l’esercizio dei Primi Venerdì, non si potrebbe dire di aver
adempiuto bene la pia pratica. Per comodità di chi fa i Primi Venerdì, si
riporta, alla fine di queste spiegazioni, una Preghiera in cui è espressa tale
intenzione. Sarà ottima cosa farla prima di ciascuna delle nove Comunioni.
Questa pratica dei Nove Venerdì non
favorisce forse la presunzione, Peccato Contro Lo Spirito Santo?
La domanda sarebbe
imbarazzante se non ci fosse di mezzo:
la
promessa incondizionata di Gesù che ha voluto indurci a porre in Lui ogni
nostra confidenza, rendendosi Egli garante della nostra salvezza per i meriti
del suo amorosissimo Cuore, e non ci fosse
l’autorità
della Chiesa che ci invita ad approfittare di questo mezzo così facile per
raggiungere la vita eterna.
Quindi non
esitiamo a rispondere che essa non favorisce in alcun modo la presunzione nelle
anime bene intenzionate, ma ravviva loro la speranza di giungere esse pure in
Paradiso nonostante le loro miserie e debolezze. Le anime bene intenzionate
sanno benissimo che nessuno può salvarsi senza la sua libera corrispondenza
alla grazia di Dio che ci spinge soavemente e fortemente a osservare la legge
di Dio, cioè a fare il bene e a fuggire il male, come insegna il Dottore della
Chiesa S.
In pratica
poi si tocca con mano che questa devozione, invece di favorire la presunzione
rende le anime sempre più premurose di guadagnare il Cielo con opere buone e
sempre più vigilanti sopra se stesse, per vivere costantemente in grazia di Dio
e farsi apostoli della Grande Promessa del Cuore di Gesù.
Esperienze
Una conferma
dell’autenticità e della verità di quanto è stato detto sulla Grande Promessa
ci è stata data dalla Madre di Dio e Madre nostra:
La Vergine della
Rivelazione, apparendo a Roma — alle Tre Fontane — a
Suggerimenti
I Sacerdoti e
le persone pie che si comunicano ogni giorno, per ottenere
Molti sacerdoti sono angustiati per le tristi
condizioni della propria parrocchia e, dopo aver tentato tante iniziative per
fare un po’ di bene, si sono lasciati prendere dallo scoraggiamento e in cuor
loro hanno ripetuto le parole di S. Pietro: «Maestro, abbiamo lavorato tutta la
notte e non abbiamo preso nulla» (Lc 5:1-5). A costoro si potrebbe ricordare quello che hanno scritto
zelanti apostoli di questa devozione: la predicazione della Grande Promessa è
uno dei mezzi più efficaci per attirare intere parrocchie a frequentare i
Sacramenti. Procurate solo di essere solleciti e premurosi di dare ai fedeli la
comodità di confessarsi e non tarderete a toccare con mano veri prodigi di
grazia.
Un Sacerdote, di una piccola parrocchia, che ogni anno
prepara alla Prima Comunione un gruppo di 40-50 ragazzi, ha attuato questa
semplice ed efficace iniziativa: durante il periodo di preparazione, egli parla
loro anche sulla Grande Promessa. Alla domanda se sono disposti a fare i Primi
Venerdì tutti i ragazzi rispondono di sì. Allora, dopo
Questa bella
iniziativa assicura la salvezza eterna di quei ragazzi perché essi, privi
ancora di malizia, fanno i Primi Venerdì con retta intenzione; inoltre li
abitua alla Comunione frequente e li fa piccoli apostoli della Grande Promessa.
Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù
O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano,
guarda a noi umilmente prostrati dinanzi al tuo altare.
Noi siamo tuoi e tuoi vogliamo essere: e per poter
vivere a te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi
spontaneamente si consacra al tuo Sacratissimo Cuore. Molti purtroppo non ti
conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono.
O benignissimo Gesù, abbi
misericordia degli uni e degli altri, e attira tutti al tuo Cuore Santissimo.
O Signore, sii il Re non solo dei fedeli che non si
allontanarono mai da te, ma anche dei figli prodighi che ti abbandonarono; fa’
che questi quanto prima ritornino alla casa paterna.
Sii il Re di coloro che vivono nell’inganno
dell'errore o per discordia da te separati; richiamali al porto della verità e
all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo
pastore.
Elargisci, o Signore, incolumità e libertà sicura
alla tua Chiesa, elargisci a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fa’
che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: sia lode a quel
Cuore divino, da cui venne la nostra salvezza; a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Amen