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Io sono il Signore Dio tuo.

Non avrai altro Dio fuori di Me (Non ti farai degli dèi nel mio cospetto).

 

Gesù parla:

«Un'anima è tornata al Signore. Sia benedetta la sua onnipotenza che strappa dalle spire demoniache le anime sue create e le riporta sulla via dei Cieli.

Perché quell'anima si era perduta? Perché aveva perduto di vista la Legge.

È detto nel Libro che il Signore si manifestò sul Sinai in tutta la sua terribile potenza, per dire anche con essa: "Io sono Dio. Questo è il mio volere. E questi sono i fulmini che ho pronti per coloro che saranno ribelli al volere di Dio".

E prima di parlare impose che nessuno del popolo salisse per contemplare Colui che è, e che anche i sacerdoti si purificassero prima di accostarsi al limite di Dio, per non essere percossi. Questo perché era tempo di giustizia e di prova. I Cieli erano chiusi come da pietra sul mistero del Cielo e sul corruccio di Dio, e solo le lame della Giustizia saettavano dai Cieli sui figli colpevoli.

Ma ora no.

Ora il Giusto è venuto a consumare ogni giustizia ed è venuto il tempo in cui, senza folgori e senza termini, la Parola divina parla all'uomo per dare all'uomo Grazia e Vita.

La prima parola del Padre e Signore è questa: "Io sono il Signore Dio tuo".

Non vi è attimo del giorno che questa parola non suoni e non sia scritta dalla voce e dal dito di Dio. Dove? Dovunque.

Tutto lo dice continuamente. Dall'erba alla stella, dall'acqua al fuoco, dalla lana al cibo, dalla luce alle tenebre, dalla sanità alla malattia, dalla ricchezza alla povertà.

Tutto dice: "Io sono il Signore. Per Me hai questo. Un mio pensiero te lo dona, un altro te lo leva, né vi è forza di eserciti né di difese che ti può preservare dalla mia volontà.".

Urla nella voce del vento, canta nel riso dell'acqua, profuma nell'olezzo del fiore, s'incide sui dossi montani e sussurra, parla, chiama, grida nelle coscienze:

"Io sono il Signore Iddio tuo".

Non ve lo dimenticate mai! Non chiudetevi gli occhi, le orecchie, non strozzate la coscienza per non udirla, questa parola. Tanto essa è, e viene il momento che sulla parete del convito o sull'onda sconvolta del mare, sul labbro ridente del fanciullo o sul pallore del vecchio che muore, sulla fragrante rosa o sul fetido sepolcro, viene scritta dal dito di fuoco di Dio.

Tanto viene il momento che fra le ebbrezze del vino e del piacere, fra il turbine degli affari, nel riposo della notte, in una solitaria passeggiata, essa alza la sua voce e dice:

"Io sono il Signore Iddio tuo"

e non questa carne che baci avido, e non questo cibo che ingordo ingolli, e non quest'oro che avaro accumuli, e non questo letto su cui poltrisci; e non serve il silenzio, l'esser soli, dormenti, a farla tacere.

"Io sono il Signore Iddio tuo", il Compagno che non ti abbandona, l'Ospite che non puoi cacciare. Sei buono? Ecco che l'ospite e compagno è l'Amico buono. Sei perverso e colpevole? Ecco che l'ospite e compagno diviene il Re irato e non da pace.

Ma non lascia, non lascia, non lascia.

Solo ai dannati è concesso separarsi da Dio. Ma la separazione è il tormento insaziabile ed eterno.

"Io sono il Signore Iddio tuo" e aggiunge: "che ti trassi dalla terra d'Egitto, dalla casa della schiavitù".

Oh! che invero, ora, proprio lo dice! Da che Egitto, da che Egitto ti trae, verso la terra promessa che non è questo luogo, ma il Cielo! L'eterno Regno del Signore in cui non sarà più fame e sete, e freddo e morte, ma tutto stillerà gioia e pace, e di pace e di gioia sarà sazio ogni spirito.

Dalla schiavitù vera ora vi trae. Ecco il Liberatore. Io sono.

Vengo a spezzare le vostre catene. Ogni dominatore umano può conoscere morte e per la sua morte essere liberi i popoli schiavi. Ma Satana non muore. È eterno. Ed è il dominatore che vi ha messo in ceppi per trascinarvi dove vuole. Il Peccato è in voi. E il Peccato è la catena con cui Satana vi tiene. Io vengo a spezzare la catena. In nome del Padre vengo. E per desiderio mio. Ecco perciò che si compie la non compresa promessa: "ti trassi dall'Egitto e dalla schiavitù".

Ora questo ha spiritualmente compimento. Il Signore Iddio vostro vi trae dalla terra dell'idolo che sedusse i Progenitori, vi strappa alla schiavitù della Colpa, vi riveste di Grazia, vi ammette nel suo Regno. In verità vi dico che coloro che verranno a Me potranno, con dolcezza di paterna voce, sentire l'Altissimo dire nel cuore beato: "Io sono il Signore Iddio tuo e che ti traggo a Me, libero e felice".

Venite. Volgete al Signore cuore e volto, preghiera e volontà.

L'ora della Grazia è venuta.»

 

Non ti farai degli dèi nel mio cospetto.

«È detto:

"Non ti farai degli dèi nel mio cospetto. Non ti farai nessuna scultura, ne rappresentazione di quello che è lassù nel cielo o quaggiù in terra o nelle acque sotto la terra. Non adorerai tali cose, ne presterai loro culto.

Io sono il Signore Iddio tuo, forte e geloso, che visito l'iniquità dei padri sopra i figli fino alla terza e quarta generazione di quelli che mi odiano, e faccio misericordia fino alla millesima di quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti".( Esodo 20, 5)

Avete udito come Dio sia onnipresente col suo sguardo e la sua voce. In verità sempre siamo al suo cospetto. Chiusi nell'interno di una camera o fra il pubblico del Tempio, ugualmente siamo al suo cospetto. Benefattori nascosti che anche al beneficato celiamo il nostro volto, o assassini che assaliamo il viandante in una gola solitaria e lo trucidiamo, ugualmente siamo al suo cospetto. Al suo cospetto è il re in mezzo alla sua corte, il soldato sul campo di battaglia, il levita nell'interno del Tempio, il saggio curvo sui libri, il contadino sul solco, il mercante al suo banco, la madre curva sulla cuna, la sposa nella camera nuziale, la vergine nel segreto della paterna dimora, il bimbo che studia nella scuola, il vecchio che si stende per morire. Tutti al suo cospetto e tutte le azioni dell'uomo ugualmente al suo cospetto.

Tutte le azioni dell'uomo! Tremenda parola! E consolante parola! Tremenda se azioni di peccato, consolante se azioni di santità.

Sapere che Dio vede. Freno al mal fare. Conforto al ben fare. Dio vede che bene agisco. Io so che Egli non dimentica ciò che vede. Io credo che Egli premia le buone azioni. Perciò sono certo di avere di queste premio e su questa certezza mi riposo. Essa mi darà serena vita e placida morte, perché in vita e in morte sarà la mia anima consolata dal raggio stellare dell'amicizia di Dio. Così ragiona colui che agisce bene.

Ma colui che agisce male, perché non pensa che fra le azioni proibite sono i culti idolatrici? Perché costui non dice: "Dio vede che, mentre fingo culto santo, adoro un dio o degli dèi bugiardi, ai quali ho eretto un altare segreto agli uomini ma noto a Dio? "Quali dèi, direte, se neppure nel Tempio è figura di Dio?

Quale volto hanno questi dèi, se al vero Dio ci fu impossibile dare un volto?

Sì. Impossibile dare un volto, perché il Perfetto e il Purissimo non può essere degnamente raffigurato dall'uomo. Solo lo spirito intravede la sua incorporea e sublime bellezza e ne ode la voce, ne gusta la carezza quando Egli si effonde presso un suo santo meritevole di questi contatti divini. Ma l'occhio, l'udito, la mano dell'uomo non possono vedere e udire, e perciò ripetere con il suono sulla cetra, col mazzuolo e lo scalpello sul marmo, ciò che è il Signore. Oh! felicità senza fine quando, o spiriti dei giusti, vedrete Iddio! Il primo sguardo sarà l'aurora della beatitudine che nei secoli e dei secoli vi sarà compagna.

Eppure ciò che non potemmo fare per il vero Dio, ecco che l'uomo fa per gli dèi bugiardi.

·        Ed uno erige l'altare alla donna;

·        l'altro all'oro;

·        l'altro al potere;

·        l'altro alla scienza;

·        l'altro ai trionfi militari;

·        l'uno adora l'uomo potente, suo simile in natura, solo superiore in prepotenza o fortuna;

·        l'altro adora se stesso e dice: "Non c'è altri pari a me".

Ecco gli dèi di coloro che sono del popolo di Dio.

Non stupitevi dei pagani che adorano animali, rettili ed astri. Quanti rettili! Quanti animali! Quanti astri spenti adorate nei vostri cuori! Le labbra pronunziano parole di menzogna per adulare, per possedere, per corrompere. E non sono queste le preghiere degli idolatri segreti? I cuori covano pensieri di vendetta, di mercimonio, di prostituzione. E non sono questi i culti agli dèi immondi del piacere, dell'avidità, del male?

E’ detto: Non adorerai nulla di ciò che non è il tuo Dio vero, unico, eterno".

È detto: "Io sono il Dio forte e geloso".

Forte: nessuna altra forza è più forza della sua. L'uomo è libero di fare, Satana è libero di tentare. Ma quando Dio dice: "Basta", l'uomo non può più male agire e Satana non può più tentare. Respinto questo nel suo inferno, abbattuto quello dal suo abuso nel mal fare, perché vi è un limite ad esso, oltre il quale Dio non permette si vada.

Geloso. Di che? Di quale gelosia? La meschina gelosia dei piccoli uomini?

No. La santa gelosia di Dio sui suoi figli. La giusta gelosia. L'amorosa gelosia. Vi ha creati. Vi ama. Vi vuole. Sa ciò che vi nuoce. Conosce ciò che è atto a separarvi da Lui. Ed è geloso di questo "che", che si intromette fra il Padre ed i figli e li svia dall'unico amore che è salute e pace: Dio.

Comprendete questa sublime gelosia che non è gretta, che non è crudele, che non è carceriera. Ma che è amore infinito, che è infinita bontà, che è libertà senza limiti, che si da alla creatura finita per aspirarla nell'eternità a Sé e in Sé e farla compartecipe della sua infinità. Un padre buono non vuole godere le sue ricchezze da solo. Ma vuole che i figli con lui le godano. In fondo, più per i figli che per sé le ha accumulate. Ugualmente Dio.

Ma portando in questo amore e desiderio la perfezione che è in ogni sua azione.

Non deludete il Signore. Egli promette castigo sui colpevoli e sui figli dei figli colpevoli.

E Dio non mente mai nelle sue promesse. Ma non abbattete l'animo vostro, o figli dell'uomo e di Dio. Udite, ed esultate, l'altra promessa: "E faccio misericordia fino alla millesima di quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti". Fino alla millesima generazione dei buoni. E fino alla millesima debolezza dei poveri figli dell'uomo, i quali cadono non per malizia ma per sventatezza e per tranello di Satana. Più ancora. Io vi dico che Egli vi apre le braccia se col cuore contrito e col volto lavato dal pianto voi dite: "Padre, io ho peccato. Lo so. Me ne umilio e a Te mi confesso. Perdonami. Il tuo perdono sarà la mia forza per tornare a 'vivere' la vera vita".

Non temete. Prima che voi peccaste per debolezza Egli sapeva che avreste peccato. Ma solo il suo Cuore si chiude quando persistete nel peccato volendo peccare, facendo di un dato peccato o di molti peccati i vostri dèi d'orrore. Abbattete ogni idolo, fate posto al Dio vero. Egli scenderà con la sua gloria a consacrare il vostro cuore quando si vedrà Lui solo in voi.

Rendete a Dio la sua dimora. Non nei templi di pietra, ma nel cuore degli uomini essa è. Lavatene la soglia, liberate l'interno da ogni inutile o colpevole apparato. Dio solo. Solo Lui.

Tutto è Lui! E per nulla è inferiore al Paradiso il cuore di un uomo in cui sia Dio, il cuore di un uomo che canti il suo amore all'Ospite divino.

Fate di ogni cuore un Cielo. Iniziate la coabitazione con l'Eccelso. Nel vostro eterno domani essa si perfezionerà in potenza e gioia. Ma qui sarà già tale da superare il tremebondo stupore di Abramo, Giacobbe e Mosè. Perché non sarà più l'incontro folgorante e spaurente col Potente, ma la permanenza con il Padre e l'Amico che scende per dire: "La mia gioia è stare fra gli uomini. Tu mi fai felice. Grazie, figlio"».

 

Te benedetto! Tu ci apri la via della pace!”.

Gesù sorride e risponde: «La pace è in voi se voi seguite da oggi il Bene».


«Andate. La pace sia con voi».