«Figli
miei nel Signore, la festa della Purificazione è ormai imminente e ad essa Io, Luce del mondo, vi mando preparati con quel minimo
necessario a ben compierla.
Il
primo lume della festa da cui trarrete fiamma per tutti gli altri. Perché ben
stolto sarebbe colui che pretendesse accendere molti lumi non avendo come
accendere il primo.
E
ancora più stolto sarebbe colui che pretendesse iniziare la sua santificazione
dalle cose più ardue, trascurando ciò che è la base dell'edificio immutabile
della perfezione: il Decalogo.
Si
legge nei Maccabei che Giuda ed i suoi, avendo con la protezione del Signore ripreso il
Tempio e la Città, distrussero gli altari agli dei stranieri e i tempietti e
purificarono il Tempio. (1 Maccabei 4, 36-61).
Poi
alzarono un altro altare e con le pietre focaie suscitarono il fuoco, offersero
i sacrifici, fecero ardere l'incenso, posero i lumi e i pani della proposizione
e poi, prostrati tutti a terra supplicarono il Signore a non farli più peccare
o, se per loro debolezza venissero di nuovo al peccato,
che venissero trattati con divina misericordia.
E’
questo avveniva il venticinque del mese di casleu (dicembre).(“Sono nato questo giorno” dice Gesù a Pietro, in un altro punto del libro.)
Consideriamo
e applichiamo il racconto a noi stessi, perché ogni parola della storia
d'Israele, essendo di popolo eletto ha un significato spirituale. La vita è
sempre insegnamento. La vita d’Israele è insegnamento non solo per i giorni
terreni, ma per la conquista dei giorni eterni.
"Discussero gli altari
e i tempietti pagani".
Ecco
la prima operazione. Quella che Io vi ho indicato di fare col nominarvi gli dèi individuali che sostituiscono il Dio vero: le idolatrie del senso, dell’oro,
dell’orgoglio, i vizi capitali che portano alla profanazione e morte dell’anima
e del corpo e al castigo di Dio.
Io
non vi ho schiacciati sotto le innumerabili formole che ora opprimono i fedeli,
e sono di baluardo alla vera Legge, oppressa, nascosta da cumuli e cumuli di
proibizioni tutte esteriori, che con la loro oppressione conducono il fedele a
perdere di vista la lineare, chiara, santa voce del Signore che dice:
1. Non
bestemmiare.
2. Non
idolatrare.
3. Non
profanare le feste.
4. Non
disonorare i genitori.
5. Non
uccidere.
6. Non
fornicare.
7. Non
rubare.
8. Non
mentire.
9. Non
invidiare le cose altrui.
10. Non
appetire la moglie altrui.
Dieci
"non".
E non uno di più. E sono le dieci colonne del tempio dell'anima.
Sopra
splende l'oro del precetto santo fra i santi: "Ama il tuo Dio. Ama il tuo
prossimo".
È
il coronamento del tempio. È la protezione delle fondamenta. È la gloria del costruttore.
Senza l'amore uno non potrebbe ubbidire alle dieci regole e cadrebbero le
colonne, tutte od alcuna, e il tempio rovinerebbe o totalmente o parzialmente.
Ma sempre sarebbe rovinato e non più atto ad accogliere il Santissimo.
Fate
ciò che vi ho detto, abbattendo le tre concupiscenze.
Dando
un nome schietto al vostro vizio, così come schietto è Dio nel dirvi: "Non fare questo e quello". Inutile
sottilizzare sulle forme. Chi ha un amore più forte di quello che da a Dio, quale che sia questo amore, è un idolatra.
Chi
nomina Dio professandosi suo servo e poi lo
disubbidisce, è un ribelle.
Chi
per avidità lavora in sabato è un profanatore ed è un diffidente e presuntuoso.
Chi
nega un soccorso ai genitori adducendo pretesti, anche se dice che sono opere
date a Dio, è uno in odio a Dio, che ha messo i padri e le madri a sua figura
sulla Terra.
Chi
uccide è sempre assassino.
Chi
fornica è sempre lussurioso.
Chi
ruba è sempre ladro.
Chi mente
è sempre un abbietto.
Chi
vuole ciò che non è suo, è sempre un ingordo della più esecrata fame.
Chi
profana un talamo è sempre un immondo.
Così è.
E
vi ricordo che dopo l'erezione del vitello d'oro venne l'ira del Signore, dopo
l'idolatria di Salomone lo scisma che divise e indebolì Israele, dopo
l'ellenismo accettato, e anzi ben accolto e introdotto da giudei indegni sotto
Antioco Epifane, vennero le nostre attuali sventure di spirito, di fortuna e di
nazionalità.
Vi
ricordo che Nadab ed Abiu, falsi servi di Dio, furono percossi da Geovè. Vi
ricordo che non era santa la manna del sabato. Vi ricordo Cam e Assalonne.
Vi
ricordo il peccato di Davide su Uria e quello di Assalonne su Amnon.
Vi
ricordo la fine di Assalonne e quella di Amnon.
Vi
ricordo la sorte di Eliodoro ladro, e Simone e Menelao.
Vi
ricordo la ignobile fine dei due rettori falsi che
avevano testimoniato con menzogna su Susanna.
E
potrei continuare senza trovare fine agli esempi.
I testi citati: (Esodo
32, 10 (ira); 1 Rè 12, 19-20.28-33 (scisma); 1 Maccabei 1; 2 Maccabei 4-7
(ellenismo e sventure); Levitico 10, 1-2; Numeri 3, 4; 26, 61; 1 Samuele 25,
3.38 (falsi servi percossi); Esodo 16, 27-30 (manna); 2 Samuele 11; 13
(peccato); 2 Samuele 18, 9-18; 2 Maccabei 3, 24-34; 4, 1-6; 13, 7-8; Daniele
13, 61- 62 (sorte e ignobile fine)).
Ma
torniamo ai Maccabei.
"E purificarono il Tempio".
Non
basta dire: "Distruggo".
Occorre dire: "Purifico".
Vi ho detto come si purifica l'uomo: col pentimento umile e sincero.
Non
vi è peccato che Dio non perdoni se il peccatore è realmente pentito. Abbiate
fede nella Bontà divina. Se voi poteste giungere a capire cosa è questa Bontà,
anche fossero su voi tutti i peccati del mondo, non fuggireste da Dio, ma anzi
correreste ai suoi piedi, perché solo il Buonissimo può perdonare ciò che
l'uomo non perdona.
"E alzarono un altro
altare".
Oh!
non tentate inganno col Signore. Non siate falsi nel
vostro agire. Non mescolate Dio a Mammona. Avreste un altare vuoto: quello di
Dio. Perché inutile alzare un altare nuovo se permangono anche resti
dell'altro. O Dio o l'idolo. Scegliete.
"E suscitarono il fuoco con la pietra e
l'esca".
Pietra
è la ferma volontà di essere di Dio. Esca è il desiderio di annullare con tutto
il restante della vita anche il ricordo del vostro peccato dal cuore di Dio.
Ecco allora che si suscita il fuoco: l'amore. Perché il figlio che cerca di riconfortare l'offeso genitore con tutta
una vita onorata, che fa se non amare il padre, volendolo lieto del figlio suo,
già lacrima e ora gioia? Ora, giunti a questo, potete offrire i sacrifici,
ardere gli incensi, porre i lumi e i pani. Non saranno invisi a Dio i
sacrifici, e grate saranno le preghiere, veramente illuminato l'altare, ricco
del cibo della vostra offerta giornaliera. Potrete pregare dicendo:
"Siici protettore", perché Egli
amico vi sarà. Ma la sua misericordia non ha atteso che voi chiamaste
pietà. Ha precorso il vostro desiderio. E vi ha mandato la Misericordia a
dirvi: "Sperate. Io ve lo dico: Dio
vi perdona. Venite al Signore". Un altare è già fra voi: il nuovo
altare. Da esso sgorgano fiumi di luce e di perdono.
Come un olio si spandono, medicano, rinforzano. Credete nella Parola che da esso viene.
Piangete
con Me sui vostri peccati. Come il levita che guida il
coro, Io dirigo le vostre voci a Dio, e non sarà respinto il vostro gemito se è
unito alla mia voce. Con voi mi annichilo, Fratello agli uomini nella carne,
Figlio al Padre nello spirito, e dico per voi, con voi:
"Da questo profondo abisso, dove Io-Umanità sono
caduto, grido a Te, Signore.
Ascolta la voce di chi si guarda e sospira,
e non chiudere il tuo udito alle mie parole.
Orrore è il vedermi, o Dio.
Orrore io sono anche agli occhi miei!
E che sarò agli occhi tuoi?
Non guardare alle mie colpe, o Signore,
perché altrimenti io non potrò resistere innanzi a Te, ma usa su me la tua
misericordia.
Tu l'hai detto: '
Io Misericordia sono '.
Ed io credo alla tua parola. L'anima mia,
ferita ed abbattuta, confida in Te, nella tua promessa, e dall'alba a notte,
dalla giovinezza alla vecchiaia io spererò in Te’’”.
Colpevole
di omicidio e di adulterio, riprovato da Dio, ben ottiene Davide perdono, dopo
aver gridato al Signore:
"Abbi pietà non per mio rispetto ma per onore
della tua misericordia, che è infinita. E per essa
cancella il mio peccato. Non vi è acqua che possa
lavare il mio cuore se non è presa nelle acque profonde della tua santa bontà.
Con essa
lavami della iniquità mia e purificami dalla mia sozzura. Non nego d'aver
peccato. Ma anzi io confesso il mio delitto e come un testimonio accusatore la
colpa mi è sempre davanti.
Ho offeso l'uomo nel prossimo
e in me stesso, ma di avere peccato contro Te
particolarmente mi dolgo.
E questo ti dica che
riconosco che Tu sei giusto nelle tue parole e temo il tuo giudizio che trionfa
su ogni potenza umana.
Ma considera, o Eterno, che
in colpa sono nato e che peccatrice fu chi mi ha concepito, e che pure Tu tanto
mi hai amato da giungere a svelarmi la tua sapienza ed a darmela per maestra nel
comprendere i misteri delle tue sublimi verità.
E se tanto hai fatto, devo
temere di Te? No. Non temo.
Aspergimi coll'amaro del
dolore e sarò purificato.
Lavami col pianto e diverrò
come neve alpina.
Fammi sentire la tua voce ed
esulterà il tuo servo umiliato, perché la tua voce è gioia e letizia anche se
rampogna.
Volgi il tuo volto ai miei
peccati. Il tuo sguardo cancellerà le mie iniquità.
Il cuore che Tu mi hai dato mi fu profanato da Satana e dalla mia debole
umanità. Creami un nuovo cuore che sia puro e distruggi ciò che è corruzione
nelle viscere del tuo servo, perché regni solo in lui uno spirito retto.
Ma non mi scacciare dalla tua
presenza e non mi levare l'amicizia tua, perché solo la salute che da Te viene
è gioia per l'anima mia, e il tuo spirito sovrano è conforto dell'umiliato.
Fa' che io divenga
colui che va fra gli uomini dicendo: 'Osservate quanto è buono il Signore.
Andate sulle sue vie e sarete benedetti come io lo
sono, io aborto dell'uomo e che ora torno figlio di Dio per la grazia che
rinasce in me'.
E a Te si convertiranno gli
empi. Il sangue e la carne ribollono e urlano in me. Liberami da essi, o Signore, salvezza dell'anima mia, ed io canterò le
tue lodi. Non sapevo. Ma ora ho compreso.
Non un sacrificio d'arieti Tu
vuoi, ma l'olocausto d'un cuore contrito.
Un cuore contrito e umiliato
ti è più gradito di arieti e montoni, perché Tu per Te ci hai creati, e vuoi
che noi di ciò ci ricordiamo e ti rendiamo ciò che è tuo.
Sii a me benigno per la tua
grande bontà e riedifica la mia e tua Gerusalemme: quella di uno spirito
purificato e perdonato sul quale possa venire offerto
il sacrificio, l'oblazione e l'olocausto per il peccato, per il grazie e per
Venite!
Andiamo al Signore. Io avanti, voi dietro. Andiamo alle acque di salute,
andiamo nei pascoli santi, andiamo nelle terre di Dio. Dimenticate il passato.
Sorridete al futuro. Non pensate al fango, ma guardate le stelle. Non dite:
"Son tenebra"; dite: "Dio è Luce". Io sono venuto ad
annunziarvi la pace, a dire ai mansueti
Io
vi dico: l'anno di grazia è venuto. Non piangete voi tristi della tristezza di
chi si sente peccatore, non lacrimate, esuli dal Regno di Dio. Io sostituisco
la cenere con l'oro, l'olio alle lacrime. A festa vi vesto per presentarvi al
Signore e dire:
"Ecco le pecorelle che Tu mi mandasti a
cercare. Io le ho visitate e radunate, le ho contate, ho cercato le disperse e
tè le ho portate sottraendole ai nuvoli e alle caligini.
Le ho prese frammezzo a tutti
i popoli, le ho riunite da tutte le regioni per condurle alla Terra non più
terra che per esse Tu hai preparato, o Padre santo, per portarle sulle cime
paradisiache dei tuoi monti opimi dove tutto è luce e bellezza, lungo i rivi
delle celesti beatitudini dove si satollano di Te gli spiriti da Te amati. Sono
andato in cerca anche delle ferite, ho guarito le fratturate, ho ristorato le
deboli, non ne ho trascurato una sola.
E la più sbranata dagli avidi
lupi dei sensi me la sono messa come un giogo d'amore sulle spalle e te la poso
ai piedi, Padre benigno e santo, perché ella non può più camminare, non sa le
tue parole, è una povera anima inseguita dai rimorsi e dagli uomini, è uno
spirito che rimpiange e trema, è come un'onda spinta e respinta dal flutto sul
lido.
Viene col desiderio, la
respinge la cognizione di sé... Aprile il tuo seno, Padre tutto amore, perché
in esso trovi pace questa creatura smarrita. Dille: 'Vieni'. Dille: 'Sei mia'.
Fu di tutto un mondo. Ma ne
ha nausea e paura.
Dice: 'Ogni
padrone è uno
sgherro lurido'.
Fa'
che possa dire: 'Questo mio Re mi ha dato la gioia d'esser presa'.
Non sa cosa sia l'amore.
Ma se Tu l'accogli saprà cosa
è questo amore celeste che è l'amore nuziale fra Dio e lo spirito umano, e come
un uccello liberato dalle gabbie dei crudeli salirà, salirà, sempre più in
alto, sino a Te, al Cielo, alla gioia,
'Ho trovato Colui
che cercavo. Non ha altro desiderio il mio cuore. In Te mi poso e giubilo,
Signore eterno, nei secoli dei secoli beata!’ “.
Andate.
Con spirito nuovo celebrate la festa della Purificazione. E la luce di Dio si
accenda in voi».
Gesù
è stato travolgente nella chiusa del suo discorso. Un volto luminoso dagli
occhi raggianti, un sorriso e delle note che sono di una dolcezza non
conosciuta.
La gente ne è quasi affascinata e non si muove finché Egli ripete; «Andate. La pace sia con voi».