«Dio
da ad ognuno il necessario. Questo è in verità. Cosa e necessario all'uomo? Il
fasto? Il grande numero di servi? Le terre i cui campi non si possono contare?
I banchetti che vedono da un tramonto sorgere un'aurora?
No.
Necessario all’uomo è un tetto, un pane, una veste. L'indispensabile per
vivere.
Guardatevi
intorno. Chi sono i più allegri ed i più sani. Chi gode di una sana vecchiezza
serena? I gaudenti? No. Quelli che onestamente vivono, lavorano e desiderano
Essi non hanno veleno di lussuria e rimangono forti. Non veleno di crapule e
rimangono agili. Non veleno di invidie e rimangono allegri.
Mentre
chi desidera avere sempre più uccide la sua pace e non gode, ma precocemente
invecchia, arso da livore o da abuso.
Potrei
unire il comando del "non rubare"
a quello del “non desiderare ciò che è
d'altri".
Perché
infatti il desiderio eccessivo spinge al furto. Non è che un passo breve da
questo a quello.
È illecito ogni desiderio? Io non dico questo.
Il
padre di famiglia che, lavorando nel campo o nell'officina, desidera trarne di
che assicurare pane alla prole, non pecca in verità.
Anzi
ubbidisce al suo dovere di padre. Ma quello che invece non desidera altro che
godere di più, e si appropria di ciò che e d altri per giungere a godere di
più, costui pecca.
L'invidia! Perché, che è il desiderio della cosa
altrui se non avarizia e invidia?
L'invidia separa da Dio,
figli miei, e unisce a Satana.
Non
pensate che il primo che desiderò la roba d'altri fu Lucifero?
Era
il più bello degli arcangeli, godeva di Dio. Avrebbe dovuto esser contento di
questo. Invidiò Dio e volle essere lui Dio e divenne il demonio. Il primo
demonio.
Secondo esempio: Adamo ed Eva tutto avevano avuto,
godevano del terrestre paradiso, godevano dell'amicizia di Dio, beati nei doni
di grazia che Dio aveva loro dati. Avrebbero dovuto accontentarsi di questo.
Invidiarono a Dio la conoscenza del bene e del male e furono cacciati dall'Eden
divenendo i proscritti invisi a Dio. I primi peccatori.
Terzo esempio: Caino invidiò Abele per la sua amicizia
col Signore. E divenne il primo assassino.
Maria,
sorella di Aronne e Mosè, invidiò il fratello e divenne la prima lebbrosa della
storia d'Israele.
Potrei
passo passo condurvi per tutta la vita del popolo di Dio, e, vedreste che il
desiderio smodato fece, di chi lo ebbe, un peccatore, e della nazione un
castigo. Perché i peccati dei singoli si accumulano e provocano i castighi
delle nazioni, così come granelli e granelli e granelli di rena, accumulati in
secoli e secoli, provocano una frana che sommerge i paesi e chi è in essi.
Vi
ho sovente citato ad esempio i pargoli, perché semplici e fidenti. Oggi vi
dico: imitate gli uccelli nella libertà dai desideri.
Guardate.
Ora è inverno. Poco cibo è nei frutteti. Ma si preoccupano essi nell'estate di
accumularlo? No. Fidano nel Signore. Sanno che un vermolino, un granello, una mica,
un ragnetto, una meschina sull'acqua la potranno sempre catturare per il loro
gozzetto.
Sanno
che un comignolo caldo o un bioccolo di lana ci sarà sempre per il loro rifugio
d'inverno, come sanno che, quando verrà il tempo in cui necessita loro avere
fieni per i nidi e maggior pasto per la prole, ci sarà fieno fragrante sui
prati e succoso cibo nei frutteti e nei solchi, e di insetti sarà ricca l'aria
e
C'è
creatura più lieta dell'uccello? Eppure che è la sua intelligenza rispetto a
quella umana? Una scaglietta di silice rispetto ad un monte. Ma vi insegna. In
verità vi dico che possiede la letizia dell'uccello colui che vive senza
desiderio impuro.
Egli
si fida di Dio e lo sente Padre. Egli sorride al giorno che sorge e alla notte
che cala, perché sa che il sole è suo amico e la notte è sua nutrice. Egli guarda
senza rancore gli uomini e non teme le loro vendette, perché non li danneggia
in alcun modo. Egli non trema per la sua salute né per il suo sonno, perché sa
che una vita onesta tiene lontane le malattie e da dolce riposo. Non teme
infine la morte perché sa che, avendo bene agito, non può che avere il sorriso
di Dio.
Anche
il re muore.
Anche
il ricco muore.
Non
è lo scettro che allontana la morte né il denaro che compera l'immortalità.
Come
davanti al Re dei re e al Signore dei signori sono cosa risibile le corone e le
monete, ma ha solo valore una vita vissuta nella Legge!
Cosa
dicono quegli uomini là in fondo? Non abbiate paura di parlare».
«Dicevamo:
l'Antipa di che peccato è colpevole? Di furto o di adulterio?».
«Non vorrei guardaste gli altri ma i vostri
cuori. Però vi rispondo che egli è colpevole di idolatria adorando la carne più
di Dio, di adulterio, di furto, di illecito desiderio e presto di omicidio».
«Sarà
salvato da Te, Salvatore?».
«Io salverò coloro che si pentono e tornano a
Dio. Gli impenitenti non avranno redenzione».
«Hai detto
che è ladro. Ma che ha rubato?».
«La moglie al fratello. Il furto non è di
solo denaro. È furto anche levare l'onore a un uomo, levare la verginità ad una
fanciulla, levare ad un marito la moglie, come lo è levare un bue al vicino o
prendere delle sue piante. Il furto, poi, aggravato da libidine o da falsa
testimonianza, si aggrava di adulterio, o di fornicazione, o di mendacio».
«E una donna che si prostituisce che
peccato fa?».
«Se è sposata, di adulterio e
di furto verso il marito. Se è nubile, di impurità e di furto a se stessa».
«A se stessa? Ma da via del suo!».
«No. Il nostro corpo è creato
da Dio per essere tempio dell'anima che è tempio di Dio. Perciò deve essere
conservato onesto, perché altrimenti l'anima viene derubata dell'amicizia di
Dio e della vita eterna».
«Allora una meretrice non può più
essere che di Satana?».
«Ogni peccato è meretricio
con Satana. Il peccatore, come una femmina prezzolata, si da a Satana per
illeciti amori, sperandone sozzi guadagni. Grande, grandissimo il peccato di
prostituzione che rende simili ad animali immondi. Ma credete che non lo è da
meno ogni altro peccato capitale. Che dirò dell'idolatria? Che dell'omicidio?
Eppure Dio perdonò agli israeliti dopo il vitello d'oro. Perdonò a Davide dopo
il suo peccato, e che era duplice. Dio perdona a chi si pente. Sia il
pentimento in proporzione del numero e della grandezza delle colpe, ed Io vi
dico che a chi più si pente più sarà perdonato. Perché il pentimento è forma d'amore.
Di operante amore. Chi si pente dice a Dio col suo pentimento: "Non posso
stare col tuo corruccio perché ti amo e voglio essere amato".
E Dio ama chi lo ama. Perciò Io dico: “più
uno ama e più è amato. Chi ama totalmente ha tutto perdonato. E questa è verità”.
Andate… »